Con l’Alberello siamo alla presenza di una delle forme più antiche e naturali della coltivazione della vite ad alta densità. I motivi di questo successo, che dura da tremila anni, sono facili da spiegare perché era la forma migliore, tecnicamente è adattabile anche a terroir con storie climatiche differenti pure se la vocazione indiscussa è per quelli caldi.
I costi di gestione sono però enormemente superiori a quelli degli altri sistemi oggi più comuni perché richiedono una cura manuale di ogni pianta. Ma la scelta di Antonio Moretti, non si spiega solo con il recupero filologico e storico della coltivazione dell’uva in Sicilia perché alla fine è stata proprio la voglia di fare un vino particolare a spingere verso l’alberello.
La potatura permette un’aerazione perfetta con un’illuminazione massima in tutte le ore del giorno e la vicinanza al terreno consente uno scambio di calore ideale per la maturazione del frutto attraverso una fotosintesi ottimale. In fase di maturazione le foglie in questa forma di allevamento coprono i grappoli permettendo quindi una minore ossidazione delle sostanze polifenoliche, aromatiche e degli acidi organici. Dunque il risultato è un frutto unico per fare vini armonici con un grado di maturazione tecnologica e polifenolica adeguata al vitigno.